Kalarippayatt, noto anche come Kalari, significa letteralmente: allenamento di un’arte marziale all’interno di un Kalari o di un’arena. L’origine risale al III secolo a.C. (era Sangam) e riferimenti a questa pratica si trovano in molte antiche scritture – come il Dhanurveda, l’antica scienza indiana della guerra.
Di fatto, si ritiene che sia la più antica forma di arte marziale esistente e per questo è ancora venerata in tutto il mondo. I famosi monaci guerrieri di Shaolin attribuiscono la sua origine al principe dell’India meridionale noto come Bodhidharma. Si ritiene che sia stato lui a dare vita alla scuola buddista Dhyan, nota come Chan in Cina e Zen in Giappone. Bodhidharma è noto come Damo in Cina e Daruma in Giappone.
Le divinità che governano il Kalari sono Shiva, Skanda (dio indù della guerra – figlio di Shiva e Parvati, noto anche come Kartikeya e Murugan), Bhadrakali, Parashuram e Agastya.
Prima di praticare il Kalari, si salutano queste divinità – anche attraverso la recitazione di mantra – e si ringraziano per l’origine di questa pratica. Si ritiene che il Signore Shiva,’Adi Yogi o il primo Yogi, sia il creatore dello Yoga e delle Arti Marziali. Date queste antiche connessioni, è evidente come lo Yoga e il Kalari siano intimamente legati.
Nella pratica del Kalari ci sono numerose influenze Yoga. Osservando le pratiche, come la sequenza Meippayat, è evidente somiglianza con la pratica yogica di Surya Namaskar. La pratica richiede un’immensa flessibilità e forza per muovere il corpo in varie posizioni.
Lo Yoga è il fondamento e sulle basi dello Yoga, un praticante di Kalari può costruire la sua pratica e approfondire le sue capacità sia fisiche che mentali.
Il Kalari ha molto in comune con scienze dello Yoga e dell’Ayurveda, utilizza le informazioni sui punti di pressione e le abilità di concentrazione della mente per aumentare le capacità fisiche sul campo di battaglia, nella vita. Sebbene sia una forma di combattimento, ai praticanti viene insegnato a usare questo metodo come autodifesa solo quando necessario.
I benefici del Kalari
Il Kalari offre numerosi benefici sia mentali che fisici, fornisce basi solide per la forma fisica e l’autodifesa. Si tratta di un’arte prettamente indiana, saremo più a nostro agio se ci interessano le tradizioni indiane.
Il Kalari permette di comprendere meglio l’allineamento del corpo, di migliorare i riflessi, di avere maggiore equilibrio, flessibilità e forza. Sebbene il Kalari sia stato usato in passato come metodo di guerra, oggi è più che altro una meditazione dinamica che può essere usata per comprendere il sé e attingere alla propria fonte di energia o prana. Utilizzando posture animali e sequenze codificate, crea flussi energetici nel corpo ed è spesso considerato una versione più dinamica dello yoga.
Come imparare il Kalari
Per imparare il Kalari occorre innanzitutto una solida base di pratica yoga. Lo yoga permette di acquisire una maggiore consapevolezza del corpo, flessibilità e controllo mentale, consentendo di muovere il corpo in modo sicuro e consapevole nelle sequenze.
La pratica viene spesso iniziata in giovane età, ma può essere praticata da qualsiasi individuo con una buona conoscenza del proprio corpo. Chiunque abbia gravi lesioni alle ginocchia e alla schiena dovrebbe praticare con cautela, esattamente come nello Yoga. Per praticare il Kalari serve un abbigliamento semplice e comodo, un tappetino per gli esercizi iniziali, un asciugamano per le mani e uno spazio di 3 metri e mezzo per i movimenti.