Contesto
Dopo aver chiesto il benestare, ho deciso di raccontare una storia di qualche mese fa, che ha tutte le caratteristiche di un miracolo.
Il contesto per me era quello di momento molto duro della vita, da poco più di un mese reduce dall’ultimo di molti lutti. Quindi succede che durante una lunga conversazione con un amico (con cui stiamo organizzando l’iniziazione di questo marzo a Genova) ricevo una telefonata che rimbalzo con uno dei messaggi automatici: posso chiamarti più tardi? Con insolita buona educazione, il chiamante rifiutato risponde: certo. Sono (nome).
Intuizione
Passa qualche giorno e a un certo punto, aprendo il frigorifero, si presenta cristallino e immediato il ricordo di quella telefonata, fino ad allora fagocitata dalla confusione delle cose fuori e dentro di me in quei giorni. Trovo la lucidità di seguire subito il ricordo e di chiamare. Inizia così una conversazione, come tante che ho con chi cerca informazioni sul Kriya Yoga e sulle iniziazioni, ma in questo caso so che mi sono complimentata diverse volte perché dalle domande precise capivo di parlare con una persona insolitamente preparata su questi temi, sulla ricerca interiore e sulla spiritualità pratica.
Ricordo una conversazione lunga e piacevole, che mi lascia con un senso di giustizia, in un momento in cui le mie risorse e la mia fiducia erano al minimi storici. Un altro aspetto insolito, mai successo nei 15 anni in cui ho organizzato e partecipato a queste iniziazioni, l’Ignoto della storia chiede di fare l’iniziazione insieme ai suoi amici, cosa che mi affascina molto perchè per quanto sia una disciplina profondamente individuale, avere vicini altri ricercatori del Sè con cui confrontarsi e darsi forza è una risorsa enorme.
Hendoku Iyaku: trasformare il veleno in medicina
Faccio una doverosa parentesi sul fatto che ridirigere le mie forze verso l’impegno di un’iniziazione è stato profondamente terapeutico nella gestione di quello che stavo attraversando in quel momento. Ho fatto della vita un Kriya, in questa occasione. L’idea iniziale del nostro Ignoto era di avere una casa in comune in cui poter fare il seminario, ma purtroppo non si sono presentate le condizioni ideali, o forse non ho avuto la dedizione necessaria per trovarle. Avevo poche risorse interiori. Quindi mi sono abbandonata e ho agito in un modo molto diverso dal solito, perché per una serie di motivi sapevo di essere sola, così ho chiesto consigli per la location: io, che le ho sempre scelte per gli altri! Ero nella posizione di abbandonare un’identità e essere altro da ciò che ero.
La Madre Divina
Anche quello che accade dopo è strano, anche se è passato abbastanza tempo…alla mia richiesta rispondono diverse persone tra cui alcune che non conosco, ma del luogo in cui abito. Scopro così dell’esistenza di una piccola chiesa sconsacrata che è possibile affittare. Intuitivamente mi sembra la cosa giusta da fare, anche se non ho mai condotto un seminario così vicino a dove abito. Quando entro nella piccola chiesa c’è un grande quadro della Madonna, e per quanto io non abbia un’educazione cristiana rimango profondamente toccata dall’energia del luogo. Nei 12 giorni successivi alla morte di mia madre ho sentito la presenza molto forte della Madre Divina, nella forma femminile del Buddha, come se quella luca accogliesse la trasformazione che stava attraversando entrambe in quel grande principio di compassione e misericordia che credo non essere troppo distante dall’idea della Madonna. (che scritto così fa ridere, lo so)
Per qualche oscuro motivo, sentivo quel luogo intimamente giusto, nel tempo e nello spazio.
Voce e delicatezza
Con grande senso di accoglienza ma senza nessuna pressione, lascio che i pezzi di questo puzzle si compongano. Continuiamo a scambiarci diversi messaggi vocali, io e il nostro Ignoto, e solo dopo un po’ di tempo e conversazioni emerge un altro elemento unico: non solo questa iniziazione è per un gruppo di amici, ma è un dono. Di nuovo, in 15 anni non mi era mai successo di vedere qualcosa di simile: quasi commossa, scelgo di fare questa iniziazione in modo assolutamente riservato. A questo punto forse vale la pena anticipare che sto parlando con una persona di cui conosco bene la voce, la ascolto da diversi anni, ha un accento che dovrei riconoscere, eppure in realtà sto parlando con un aspirante studente di Kriya Yoga e per me quello è. Ma sono sorpresa dal gesto, ne parlo con qualcuno della mia piccola cerchia.
Arrendersi all’evidenza
Quindi quello che succede è che vado a scegliere i fiori in un posto speciale, vinco le mie resistenze perché le cose non vanno sempre come penso che vadano, mi faccio portare i fiori in chiesa e presto di venerdì inizio a preparare l’ambiente con pratiche e mantra. Si avvicina il venerdì sera, il piccolo gruppo è in arrivo, sono pronta e serena.
Si apre la porta della chiesa, entra Fabio Volo con i suoi amici. A quel punto mi è tutto chiaro, certo che sapevo con chi stavo parlando, ma qualcosa mi ha protetto dal preoccuparmene in anticipo. Era facile pensare, con la parte superficiale della mente e della personalità, di non avere niente da dire a qualcuno più bravo e con tanto vissuto nelle questioni di ricerca interiore. Invece in qualche modo sono stata protetta dal Guru, non ho riconosciuto una voce che conosco benissimo, non ho avuto modo di cadere nella trappola di essere io ad agire. Quando tutto è stato chiaro, quando ormai stavamo ballando, ero pronta alla danza. Perché in quel momento, già ero fuori dai giochi della personalità.
Protezione
Ho avvertito così chiaramente l’importanza di essere protetta, di non capire nonostante avevo tutti gli elementi per capire, di trovarmi immersa nella situazione senza avere spazio per quelli che chiameremo, amichevolmente, pippottoni. Ho apprezzato molto la delicatezza con cui ha fatto questa scelta, la stessa con cui ha partecipato al seminario, con sincera umiltà.
Sentirsi a Casa
La prima cosa che mi incuriosisce è come è successo tutto questo, come questo ormai non più Ignoto organizzatore sia arrivato a questo Kriya, che non è certo la via più evidente o blasonata. Scopro così che il tramite è una persona, che è stata scintilla di un’iniziazione precedente a settembre, che è proprio quella in cui ho incontrato fisicamente per l’ultima volta mia mamma. Certo, il legame lo vedo solo io ma per me è innegabile. Capisco che è un gruppo di amici veri, di quelli che si conoscono da sempre, e per qualche insondabile motivo mi sento a casa. Qualcosa nella pancia mi dice che va tutto bene, che la mia sindrome dell’impostore è fuori dalla porta, che sono fra persone che mi sembra di conoscere. E in effetti qualcuno mi sembra di conoscerlo davvero, come se riconoscessi un vecchio amico – ma no, non è il nostro Noto, anche se lavorano insieme.
Leggerezza e serietà
Questo seminario rimarrà nella mia memoria come quello in cui mi sono divertita di più, non certo perché il gruppo era poco serio, ma perché il fatto che fossero amici ha intriso tutto di un’atmosfera nuova e diversa, complice, coinvolta, senza i limiti naturali delle barriere fra personalità. Qualunque sia il risultato, fare un dono di questo tipo ai propri amici e accettarlo è indice di un amore grande che va oltre ogni parametro misurabile. Di questa profondità di relazione che sono più orgogliosa di essere stata testimone. Ho riso molto, come non avevo riso mai in 15 anni di iniziazioni. Ho riso come avevo bisogno di ridere in un momento così buio della mia vita. Conservo un ricordo speciale dei sorrisi di quel weekend insieme. Abbiamo danzato insieme con leggerezza e con uguale seria dedizione.
Mi auguro che ognuno abbia colto quello che rispondeva alle sue esigenze in quel momento e sono umilmente onorata di avere passato la scintilla ad altri, così come è stata passata a me.
Meno seriamente, ricorderò anche di avere fatto il Master Shifu di Po????