Nel corso dei secoli i discorsi sullo yoga sono stati affrontati in modi diversi a seconda dei periodi storici, delle zone geografiche, delle influenze culturali. Se prendiamo come riferimento il sistema dell’Astanga Yoga, possiamo rintracciare in che modo le varie pratiche legate a questa disciplina hanno dato vita ai diversi percorsi evolutivi conosciuti oggi come le varie forme di yoga.
Sebbene oggi prevalga una forte diversificazione, la pratica integrale di questa disciplina riunisce tutti gli aspetti in uno stile di vita che li comprende tutti.
Yama
“La meditazione non è yoga!”
Per quanto siamo abituati a pensare allo yoga come una serie di esercizi di stretching, in realtà è un impianto molto più complesso che comprende esercizi di meditazione profonda, da praticare ad occhi chiusi. Tradizionalmente lo yoga è considerato uno stato della mente più che un esercizio per il corpo.
Il riferimento principale di questa antica scienza della vita sono gli Yoga Sutra di Patanjali, 195 brevi aforismi. Il secondo sutra definisce lo Yoga
“yogash chitta-vritti-nirodhah” che possiamo tradurre con “Lo yoga è la cessazione dell’identificazione con le attività della mente”.
Patanjali descrive tutti gli aspetti dello yoga, divisi in yamas e niyamas. Leggi questo articolo di Marco Arjuna su Yama e Niyama.
Le ultime quattro membra (pratyahara, dharana, dhyana e samadhi) riguardano la meditazione. Pratyahara è la preparazione della mente alla calma: quando i sensi sono attivi siamo rivolti al mondo esterno. Ci sono diversi metodi per il ritiro dei sensi, concentrando la mente. La ripetizione di canti e mantra aiuta a ritrarsi dal mondo esterno per riposare nel nostro mondo interiore.
Yoga, alcune basi teoriche
Yama e Niyama
Sono i principi etico-morali che accompagnano la pratica dello yoga e ne rappresentano le basi
- Yama sono i principi dharmici di comportamento sociale (i divieti, le cose da non fare)
- Niyama sono i principi dharmici di comportamento personale (le osservanze, le cosa da fare)