Oggi gli svizzeri che praticano yoga sono tanto numerosi quanto quelli che praticano il calcio. Ma lo yoga che conosciamo in occidente ha ancora qualcosa a che fare con lo yoga delle origini? E cosa ci dice di noi stessi? Ecco alcuni spunti per dare delle risposte da parte di Valentina Salonna, che sull’argomento ha scritto una tesi .
L’Occidente da anni si è infatuato della pratica yoga, una sorta di mania in continua crescita. Abbiamo visto spuntare qua e là le proposte più insolite, dal birra-yoga al capra-yoga (rispettivamente con una birra in mano o una capra sulla schiena), passando attraverso heavy-metal-yoga o aqua-yoga. In particolare, nel nostro paese, il numero di seguaci di questa disciplina (includendo tutta l’offerta) è addirittura raddoppiato tra il 2008 e il 2014, secondo l’Ufficio federale dello sport, raggiungendo più del 7% della popolazione, praticamente diffuso come il calcio. Parlando più seriamente, la yogaterapia è ora riconosciuta dal sistema sanitario svizzero come medicina complementare.
Ma alla fine, all’interno di queste diverse pratiche che vanno dalla pura attività acrobatica alla terapia psicologica, cosa rimane veramente dello yoga delle origini?
Nel suo incontro con l’Occidente, questa disciplina ancestrale non potrebbe forse aver perso anche la sua anima?