Laura Bergomi

4 Novembre – La fine della Grande Guerra

Il 4 novembre 1918, 7 giorni prima della fine della guerra con la Germania, Italia e Austria-Ungheria firmarono la fine delle ostilità.
Il 4 novembre è una festa nazionale in Italia, la celebrazione della fine della Prima Guerra Mondiale (1918), la commemorazione del Milite Ignoto e dei caduti ancora senza nome della “Grande Guerra”.

Così come serviamo i nostri genitori e i parenti più stretti quando sono in vita come parte del nostro Dharma, abbiamo alcuni doveri nei loro confronti dopo la loro morte. I riti di shraddha ci offrono un’eccellente opportunità per adempiere a questi doveri e ripagare i nostri debiti nei confronti dei pitar (antenati).

I riti di shraddha sono necessari affinché il viaggio dopo la morte dei nostri genitori, che si sono presi la massima cura di noi durante l’infanzia, diventi confortevole e senza alcuna angoscia, e affinché essi acquisiscano sadgati (slancio per passare alla regione superiore). Se non si esegue lo shraddha, i desideri dei pitar (antenati defunti) rimangono insoddisfatti. Le energie negative sono facili vittime di questi pitar pieni di desideri e li rendono schiavi.

In pratica, il karta (la persona che esegue lo Śrāddha) invoca la divinità del proprio genitore, esegue un homa (rituale del fuoco), offre riso e sesamo alle anime defunte (“pinda pradaana”, offerte ai Pitṛ, gli spiriti ancestrali).

Le offerte sono fatte a tre generazioni: padre, nonno e bisnonno / madre, madre del padre, nonna del padre. Il karta offre ospitalità al sacerdote e conclude la cerimonia con una “dakshina” simbolica. (una moneta per ogni offerta, da conservare) Anche i corvi sono venerati e durante lo Śrāddh, è ancora in voga la pratica di offrire cibo o pinda ai corvi.

Poiché si tratta di uno dei più importanti e nobili “Saṃskāra” (rituali destinati a purificare la mente e l’anima) previsti dai saggi indù, è indispensabile che l’esecutore del rituale comprenda ciò che sta facendo. Solo così il vero intento del rituale sarà realizzato e l’esecutore del rituale si sentirà completamente gratificato. Altrimenti, il rituale diventa solo un esercizio meccanico da parte di qualcuno.

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